Situata sul
litorale jonico della provincia reggina, Siderno è una moderna città
balneare con due splendidi chilometri di lungomare fiore
all'occhiello della città.
Il lungomare rappresenta un preciso punto di
riferimento per i numerosi turisti che
d'estate affollano la città, dove possono
ammirare il vasto panorama che spazia da
Punta Stilo a Capo Spartivento.
Il lungomare, che
accosta la spiaggia
per tutta la lunghezza
della città è ricco di vegetazione con
aiuole e giardini; d'estate si trasforma,
per dar supporto alla sua
spiaggia, vestendosi sobriamente di colori,
profumi e simpatia, è come trovarsi a casa
propria.
La spiaggia, a
Siderno, acquista un tono diverso
all'insegna della sobrietà. È dotata dei servizi
basilari di pronto soccorso, ristorazione e
sicurezza. I numerosi lidi privati
si alternano a spazi di spiaggia libera per
uguale estensione.
La città si presenta con
una struttura urbana caratterizzata da larghe strade ed ampie piazze
ed è sviluppata in quasi tutti i settori dell'economia con varie attività industriali, moderni
supermercati e pubblici esercizi di prim'ordine.
Siderno
offre al visitatore una varietà di spettacoli naturali: il verde è
enfatizzato dall'azzurro del mare e l'odore della zagara e dei
gelsomini rende inconfondibile l'aria.
Siderno, con i suoi 18.000 abitanti, è il più grande e popoloso centro
abitato della costa jonica (da Reggio a Catanzaro), al centro della Locride. La marina è posta a
4 metri sul
livello del mare, il borgo antico a 194 metri.
La storia L'origine
del paese è ancora dibattuta tra gli studiosi: alcuni sostengono sia
stata un colonia greca tra l'VIII e il VI secolo a.C.,
ipotesi che trova fondamento in una serie di ritrovamenti
archeologici dell'epoca. Da una serie di ruderi di epoca romana si
può dedurre inoltre che la città, molto frequentata all'epoca,
dovesse essere una villa romana, come tante se ne trovavano
in tutta la Locride. Nell'alto Medioevo Siderno fu luogo di
rifugio per un gruppo di profughi fuggiti verso l'interno in seguito
agli assalti saraceni, poichè la parte superiore del paese presenta
una tipica posizione a kastron bizantino.
Mancano purtroppo
dati storici sicuri, motivo per il quale anche la spiegazione del
nome, Siderno, rimane incerta. Registrato fin dal XIV secolo, il
toponimo di Motta Sideronis può essere dovuto alla famiglia
Siderones oppure ai giacimenti di limonite conosciuti già
da epoca antica. Secondo altri, invece, il termine verrebbe dal
greco Sideros, o ancora dalla nota Sidero citata
da Diodoro Siculo o dal Sideros o Sydrus di
Tolomeo. L'assetto attuale inizia a
delinearsi nel periodo medioevale. Il feudo di Siderno fu alla
nascita un casale di Grotteria, paese che già dal 1250 era sotto il
dominio dei conti Ruffo di Catanzaro. Dopo il 1303 si susseguirono
come feudatari Anselmo Sabrasio, Raimondo del Prato e Blasco Ximenes
de Luna, alla morte del quale, nel 1324, re Roberto confermò il
possesso di Grotteria e Siderno ad Anfuso de Luna, legittimo erede.
Nel 1363 Antonio Caracciolo Rosso ricevette dalla regina
Giovanna II il titolo di feudatario. I Caracciolo mantennero il
feudo sino al 1457. Questo fu donato, in seguito, da re Alfonso I
d'Aragona a Marino Correale, per poi passare, alla sua morte, nel
1501, a Vincenzo Carafa, barone di Castelvetere. Tra il 1558
e il 1560 il borgo, ormai autosufficiente, venne smembrato da
Grotteria per i debiti dei Carafa. Passò poi sotto la giurisdizione
della famiglia Gesualdo, per essere in seguito incluso tra le terre
demaniali. Nel 1574 la marchesa Livia Spinelli di Castelvetere
acquistò a nome del figlio Fabrizio Carafa la terra di Siderno dal
demanio in un'asta pubblica. La dominazione dei Carafa ebbe termine
quando, nel 1694, Siderno venne venduta a Giovanni Milano
d'Aragona. Nel 1783 il paese venne fortemente
danneggiato dal terremoto che investì gran parte della Calabria. Da
questo momento iniziò il popolamento della Marina che ben presto
divenne un importante polo commerciale.
Nel corso dell'Ottocento
sulla sua spiaggia sbarcarono molti commercianti che portavano
mercanzie da Amalfi, Maiori, Positano, Sorrento e dalla Sicilia.
Prima di questo fenomeno, alla Marina c'erano soltanto nuclei sparsi
che si stabilirono soprattutto intorno alla Torre di avvistamento e
all'antica cappella di Portosalvo. Gli agricoltori e i massari
stavano nella zona chiamata "Il circhietto". Ora nella zona si trova
l'omonima antica villa.
Nel 1806, con l'eversione della
feudalità, Siderno si liberò dal dominio della famiglia d'Aragona.
Da un punto di vista amministrativo fu elevata a università
autonoma, compresa nel cantone di Roccella, dal generale Championnet
al tempo della Repubblica napoletana. Con la legge francese del
1807, poi, divenne un luogo del governo di Gerace e, quindi, un
comune (1811). Nel 1841 fu posto a capo di un circondario
comprendente soltanto Agnana.
Da
visitare
Monumento al
marinaio Scolpito nel 1990 da Giuseppe Correale, noto
scultore della stessa cittadina, il "Monumento al marinaio" è un
simbolo artistico che caratterizza la città di Siderno. Il
monumento, situato sul lungomare e realizzato in bronzo, è formato
da una colonna con tre solidi sulle quali vi è raffigurata la vita
del marinaio. Alla base del monumento vi è rappresentato il mare, e
il vortice che si allarga verso l'alto simboleggia i pericoli che il
marinaio affronta ogni giorno durante il suo peregrinare; i tre
gabbiani che incoronano l'albero maestro rappresentano i suoi
compagni di viaggio. Sulla vela è inoltre raffigurata la
luna.
Chiesa di Maria SS. di
Portosalvo
La Chiesa si affaccia sul Corso della
Repubblica, che la separa dalla piazza omonima. Si trova al centro
del paese e rappresenta nelle sue varie fasi la testimonianza della
crescita e dello sviluppo di Siderno marina. Non si hanno notizie certe circa la
sua fondazione che è da attribuire al periodo successivo al
1755. In seguito ai danni riportati dal terremoto del 1908 si
rese necessario demolirla. Venne ricostruita sul lato opposto della
strada omonima che la fiancheggiava, destinando il suolo a piazzetta
al centro della quale venne innalzata, nel 1959, una colonna
sormontata da una statua in marmo rappresentante la venerata
immagine della patrona.
L'edificio sacro di stile
rinascimentale è lungo quarantadue metri e largo sedici. Ha tre
navate con un ingresso frontale e due laterali. La navata centrale è
più alta di quelle laterali, ma è dominata dalla cupola in cui è
collocata la croce cuspidale. Il campanile è alto 33 metri ed ha
quattro campane, consacrate il 7 Settembre 1933. Il campanone a nord
rappresenta la fede del popolo, la campana ad est quella dei
pescatori, la campana a sud quella dei commercianti e, infine,
quella ad ovest, la fede della gente semplice ed umile che lavora
nei campi. Oggi sentiamo i loro rintocchi solo in momenti
particolari, perchè ormai la Chiesa ha le campane elettroniche, che
suonano a mezzogiorno e al crepuscolo e battono le ore e le mezze
ore. Salendo una breve gradinata di soli tre gradini si
giunge alla porta bronzea, realizzata nell'anno Mariano 1987/88 ed
inagurata il 13 Febbraio 1988. E' adornata con otto pannelli tutti
dedicati alla Madonna, Porta del Cielo. La navata centrale della
Chiesa è limitata da dieci imponenti pilastri con capitelli, cinque
da una parte e cinque dall'altra, su ognuno di questi c'è una croce
in marmo rosso posta su un disco di marmo grigio; altri quattro
reggono la cupola. Tra un pilastro e l'altro c'è un'arcata, la terza
di queste è più alta delle altre. La parte centrale è illuminata da
sei finestre composte da piccoli vetri quadrati verdi e
gialli. In fondo, nell'abside, c'è una
nicchia monumentale, dove si trova la statua lignea della Madonna di
Portosalvo, commissionata a Napoli lo stesso anno in cui un decreto
regio fissò la Fiera di Portosalvo dal 3 all'8 Settembre. La
Madonna fu incoronata l'8 Settembre 1923. Sotto la nicchia si nota
il vecchio altare con sei basso rilievi. Quando la Chiesa fu
consacrata, il 22 Aprile 1953, in questo altare furono suggellate le
reliquie di S. Ilario e S. Prospero. Al centro c'è il tabernacolo
d'oro. Numerosi sono inoltre al suo interno gli affreschi e le
statue raffiguranti i Santi della Chiesa.
Portale
bronzeo La sua realizzazione è attribuita all'iniziativa
di un comitato cittadino che nel 1987 lo proponeva per la Chiesa di
Maria SS. di Portosalvo. Venne scolpito dallo scultore
sidernese Giuseppe Correale ed è composto da otto pannelli
raffiguranti importanti avvenimenti religiosi in alto rilievo:
"L'Annunciazione", "Natività", "Fuga in Egitto", "Incontro con
Elisabetta", "Nozze di Cana", "Deposizione", "Pentecoste" e
"Assunzione". La prima rappresentazione è totalmente
spirituale e si contrappone all'ultima che ha un significato anche
umano, poichè è raffigurato un pescatore sidernese, "Cumpari Cola",
al lavoro.
Chiesa di Santa Caterina Il
nome Santa Caterina deriva dall'omonimo rione. Questa
Chiesa, infatti, ha anche un secondo nome: Chiesa di Santa Maria
dell'Arco. Fu costruita nel 1880 in seguito alla crescita della
popolazione sidernese. Il Comune fornì il suolo e pagò la
manodopera, mentre il materiale fu acquistato dai fedeli. In seguito
ad un catastrofico terremoto del 1908 fu distrutta.
Papa Pio X,
nel 1909, offrì ai sidernesi un padiglione in legno installato dove
oggi sorge la Chiesa di "Santa Maria dell'Arco". Il 27 Febbraio la
Chiesa ebbe il citato beneficio della Chiesa di "Santa Maria
dell'Arco" di Siderno Superiore. Nel 1932 fu costruita la
Chiesa attuale. In stile eclettico, possiede al suo interno tre
navate con altari, battistero e acquasantiera in marmo. Degne di
ammirazione sono anche le due statue raffiguranti una la Madonna di
Lourdes in stile neoclassico, con elegante colonnine, e l'altra la
Madonna della Pace, opera del 1945, creata dallo scultore locale
Giuseppe Correale. In una recente restaurazione l'edificio
sacro è stato abbellito da un Mosaico composto da migliaia di
tessere di pietra colorata applicate su una lastra di pietra.
Il Centro
Storico - Siderno
Superiore
Il
Borgo collinare di Siderno, risalente al X secolo,
mostra edifici superstiti di antico splendore e una
struttura urbanistica tipica di tutti i paesi
dell'entroterra della Locride, con viuzze strette e
piccoli balconi. Nei secoli XVII-XVIII a Siderno
Superiore furono edificati palazzi padronali di un certo
interesse architettonico (Palazzo Calauti, Palazzo De
Mojà, Palazzo Englen) e Chiese che ancora richiamano,
nelle loro linee di costruzione sopravvissute ai
restauri, il barocco meridionale (Chiesa di San Carlo
Borromeo, Santa Caterina, Madonna del Rosario).
Dalla balconata di piazza San Nicola
si può ammirare un suggestivo panorama con vista fino al mare.
Recentemente, ai piedi della piazza, è stato realizzato un
anfiteatro dove nella stagione estiva vengono rappresentati
spettacoli musicali e opere teatrali. Siderno Superiore, per
la sua ricchezza architettonica, richiama da sempre l'interesse di
visitatori italiani e stranieri. Tra i più insigni, ricordiamo
l'inglese Edward Lear che lo visitò nel 1847 e la scrittrice Milena
Milani che nel 1989 gli dedicò un appassionato e sincero articolo
sulla rivista "Bell'Italia".
A Siderno Superiore si formarono personalità
ecclesiastiche, umanistiche e scientifiche, che diedero
un notevole contributo alle speculazioni teologiche e
filosofiche e alla ricerca storica.
Tra
gli stemmi di famiglia imposti sui portoni di ingresso
di antichi palazzi, un particolare interesse monumentale
riveste quello della famiglia Falletti, a pochi metri
dalla Piazza (con vista sulla valle verso il mare) che
prende il nome dalla prospiciente Chiesa di San Nicola.
Ancor'oggi si percorre nel Borgo una strada il cui
tracciato, che divide il territorio in due parti, risale
all'epoca tardo-romana (il Dromo). In qualche tratto
(San Sebastiano) sono visibili poveri resti delle mura
di cinta della Siderno del XVI secolo.
Chiesa di San Nicola di Bari
È
la Chiesa più antica e più importante del vecchio centro
(Siderno Sup.). La sua fondazione è legata alla nascita
del paese, risale infatti all' XI secolo. Può essere
considerata un piccolo museo.
L'edificio
fu ricostruito nel XVII secolo con chiara ispirazione
tardo rinascimentale. Nel corso dei secoli subì diversi
restauri e trasformazioni. Il prospetto, dalle linee
semplici e austere, si articola nell'ambito di una
impaginazione canonica. Al centro, preceduto da una
breve scalinata, si apre il portale in pietra litica
ornato da colonnine con capitello ionico. In una piccola
nicchia sul portale è collocata una statuetta marmorea
quattrocentesca raffigurante San Nicola. L'interno della
chiesa è a pianta basilicale, tre navate divise da due
file di pilastri in pietra locale che sorreggono quattro
arcate a tutto sesto. L'altare maggiore è ispirato allo
stile barocco napoletano del XVIII secolo, in marmi
policromi con intarsi e rilievi decorativi, con
balaustra della struttura, a transenna barocca. Dietro
l'altare, nella parte terminale della profonda abside, è
collocato il grandioso fastigio architettonico che
adorna il dipinto della Madonna della Consolazione con
cornice in oro zecchino. Ai lati della grande pala
d'altare sono collocate tele sei-settecentesche di
bottega napoletana raffiguranti il Martirio si San
Gennaro, il SS Sacramento, l'Assunzione della Madonna,
l'Adorazione dei Magi, San Vincenzo Ferreri, la Madonna
delle Grazie. La chiesa custodisce inoltre la statua
marmorea di Santa Caterina d'Alessandria.
Interessante anche quello che rimane della Chiesa
di San Carlo Borromeo, edificata intorno all'anno 1500, per la quale
esiste un piano per il totale recupero della struttura.
La diga sul Lordo
La
diga sul torrente Lordo è in disuso dal 2014 quanto è stata
completamente svuotata: lì dove c’erano 9 milioni di metri cubi di acqua
adesso è rimasta una distesa di fango e qualche rudere riemerso. Il motivo
dello svuotamento è stato un problema tecnico-strutturale della diga. Quello
che appare ai nostri occhi è un paesaggio tanto irreale quanto suggestivo,
dominato dalla presenza della diga oramai in disuso
Con
la diga sul Lordo Siderno offriva agli amanti del verde la possibilità di effettuare un
suggestivo percorso naturalistico tra uliveti, pini ed eucalipti.
Basta spostarsi di qualche chilometro più ad ovest rispetto alla
"marina" di Siderno per raggiungere l'entroterra cittadino piuttosto
collinare. La
Diga era un'imponente struttura (realizzata negli
anni ottanta) che che offriva un lago con una superficie di circa 70
ettari. La diga è da considerarsi come la struttura più imponente
mai realizzata sul territorio locrideo, una struttura che sbarrando
il corso del torrente creava un ambiente naturale di notevole
impatto.
Il turista impegnato a percorrere il tour si
trovava man mano di fronte panorami diversi: poteva
scorgere arroccato sulla collina il Centro Storico, vedere le
"Dolomiti del Sud" stagliarsi in lontananza e godere verso sera di
un tramonto imperdibile, che si "specchia" nelle limpide acque del
laghetto.
Nelle belle giornate di sole la diga sembrava nata
dal pennello di un'abile artista. In effetti, la meta era tra le
preferite dei pittori locali che non si facevano sfuggire la
possibilità di catturare sulla tela le sfumature del riverbero dei
raggi solari sulle colline, sui fiori, sul torrente, sul piccolo
lago e le antiche casette del Centro Storico, o quella di dipingere
un tramonto rossastro o la diga e il suo circondario immersi nella
nebbia misteriosa di una giornata autunnale. La zona della diga
era un'oasi vera e propria, il luogo più azzeccato
per percorsi, in mountain bike e a piedi, e per fare pic-nic immersi
nel verde.
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