Altitudine

210 m slm

Superficie

8,49 Km2

Abitanti

569

Densità

67,02 ab/Km2

CAP

89040

Nome abitanti

agnanesi

Santo patrono

San Basilio Magno

Giorno festivo

14 giugno

 

 

 

Agnana fu  edificata vero il 1643 attorno ad un antico convento di monaci basiliani basiliano situato sul monte Sant'Agnana (da cui le deriva il nome), ad opera del Barone di Mammola, il quale, per accrescere il feudo di un nuovo paese, fece trasferire una colonia di contadini mammolesi.

Fu feudo molto conteso, vivendo appieno le vicende medioevali. Divenne casale di Mammola (1650), appartenne ai Ruffo di Calabria(1667), ai Barreta Gonzaga e, nel 1748, ai De Gregorio (sino al 1806, data in cui vennero a cadere gli obblighi feudali).

Il terribile terremoto del febbraio del 1783, che procurò la morte a 10 persone e produsse danni valutati intorno ai 30.000 ducati, diroccò anche la chiesa del patrono San Basilio. Questa, prontamente ricostruita, fu quasi di nuovo distrutta da un uragano il 23 gennaio del 1885.
Ma già in precedenza (14.3.1813) un altro uragano aveva causato ingenti danni alle abitazioni e agli edifici sacri. Inoltre il paese venne interamente e duramente colpito dal terremoto del 1905.
L'ordinamento francese del 1811 e Ferdinando II di Borbone (con sua legge 1.5.1816) classificarono Agnana (594 ab.), villaggio di Canolo.
Venne elevato a comune nel 1841, passando così dal circondario di Gerace a quello di Siderno, allora costituito. Assunse l'attuale denominazione nel 1881. Nel 1933 veniva disposto il consolidamento dell' abitato a totale carico dello Stato.
Agnana diede i natali a Rocco Nicola Sità (1.12.1908), definito anarchico e "propugnatore di idee non tollerabili dal regime fascista".
 

Agnana fu molto conosciuta, almeno fino al secolo scorso, per l’esistenza di numerose miniere di lignite e antracite, abbondantemente sfruttate prima dai borboni (sino al 1850), dopo dalla popolazione locale (sino alla seconda guerra mondiale) e oggi, purtroppo, del tutto abbandonate.

L'antracite qui estratta venne utilizzata per la costruzione delle prima linea ferrata italiana (la tratta Roma-Frascati) nel 1882. Il primo treno a carbone part" fra le grida di gioia: "Viva l'Italia", "Viva la Calabria".

 

 

 

 

Un momento altamente significativo per Agnana risale al 19 maggio del 1846, quando Ferdinando II di Borbone, accompagnato dalla moglie Maria Teresa d'Austria e dall'erede al trono principe Francesco, si recò a visitare i giacimenti minerari di lignite e antracite.

A causa dei ripetuti terremoti e catastrofi naturali il suo patrimonio architettonico è andato irrimediabilmente perduto. Unici elementi di un certo rilievo ancora esistenti sono i ruderi di vari insediamenti basiliani, sparsi all’interno del suo territorio.

Comunque, la sua vera ricchezza è costituita da alcune sorgenti d’acqua minerale, di cui una sulfurea, due clorurate, una ferruginoso-sulfurea, situate in località Junchi.

Purtroppo, nonostante siano pregiate (sono state infatti classificate, dopo accurate analisi, "termoninerali", cioè adatte alla cura di varie malattie) sono scarsamente conosciute.

Esistono tuttora, nei pressi, i ruderi di alcune vasche che, in passato, venivano utilizzate per le cure terapeutiche.

Chiesa della Misericordia

Sorta con la nascita del paese ne 1343, fu dotata di molti beni; era stata eretta sul luogo dove oggi sorge il Calvario; ma uno spaventevole uragano, preceduto da strani fenomeni atmosferici, l'ha completamente abbattuta il 14 marzo 1813. Rimasto il paese privo del sacro edificio i credenti dovettero andare peregrinando  a Siderno, a Prestarona ed a Canolo.

Dopo lunghe divergenze tra Arciprete e Sindaco per la scelta della località, si pose mano alla costruzione della chiesa della Misericordia, che per deficienza di mezzi fu costruita a diverse riprese.

Chiesa di San Basilio

Nel 1763 aveva avuto luogo la costruzione dell'altra chiesa dedicata al Patrono S. Basilio. Ma, sopravvenuto il terremoto del 1183, riportò gravi danni, e per molti anni fu lasciata in totale abbandono. Rifatta in seguito, fu nuovamente diroccata dall'uragano del 23 gennaio 1885, che il popolo ricorda ancora con raccapriccio. Fu ricostruita nel 1907.

 

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