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Bruzzano Zeffirio ha origine antichissima. Secondo una tesi fu fondato dai Coloni greci. Quando, per il crescere della popolazione e della civiltà, il luogo divenne angusto da non poterli più contenere e sfamare, gli eredi dei Coloni si divisero: una parte penetrò nell'interno e fondò Bruzzano, e una parte si spostò lungo il litorale e fondò prima "Locri Zefiria" da collocarsi nell'odierna contrada Palazzi in agro di Bianco e, successivamente,"Locri Epizefirii". Il nome deriverebbe dal promontorio Bruzio (Bruzzano) e in onore del venticello "Zefiro" gentile (Zeffirio) che portò i greci a sbarcare a capo Bruzzano. Secondo un'altra tesi Bruzzano prende il nome dai Bruzi suoi fondatori, quando i locresi, coloni greci d'oltre mare, verso l'VIII sec. a.C. sbarcarono presso il promontorio di Capo Zeffirio, costringendo i Bruzi ed i Siculi, popoli del luogo, ad arretrare i propri domini nell'entroterra. Bruzzano significherebbe "l'ultimo rifugio del Bruzio".
Bruzzano fu espugnata dai saraceni
nel 925. Comprendeva i Casali di Motta, detto anche
Motta Bruzzano o Motticella, il Salvatore, ossia
Casalnuovo e Ferruzzano. La storia di Bruzzano fu un alternarsi di numerose
scorrerie, soprattutto da parte dei turchi che, intorno
all’ XI sec. la usarono come base di partenza per i loro
assalti nei paesi limitrofi.
Nel 1270, Bruzzano, dopo tante peripezie e diverse
ricostruzioni, divenuto feudo di Giovanni Brayda, venne
denominato Bruzzano Vetere. Bruzzano fu danneggiato dal terremoto del 1783.
Nel 1807 era già Luogo,
ossia Università, mentre nel 1811, il decreto
istitutivo dei Comuni , lo riconosceva tra
quest'ultimi con
giurisdizione sul villaggio di Motticella e,
l'assegnava al Circondario di Staiti. Nel 1863
assunse l'attuale nome di Bruzzano Zeffirio,
essendosi chiamato
fin'allora soltanto Bruzzano. Danneggiato dai
terremoti del 1905 e 1908, ricostruito completamente dopo il
terremoto del 1908 e spostato di qualche km verso il
mare rispetto al paese originario. Moltissime le acque sorgive: Le piccole Terme di San Phantino e l'acqua Munda, rinomata per le sue proprietà organolettiche, che sgorga ai piedi della frazione Motticella. Arco trionfale dei Carafa L'arco trionfale fu costruito nel XVII secolo, dedicato alla dinastia
sei Principi Carafa. Presenta la facciata principale rivolta a est, con
lo stesso orientamento, quindi, della cosiddetta "Porta dei Vescovi" o
"della Meridiana", addossata alla Cattedrale di Gerace, e della "Porta
del Sole", sempre a Gerace. Tale orientamento a est è tipico, sul
territorio, delle "Porte Urbiche" monumentali delle antiche cittadine di
assetto medioevale. L'Arco Trionfale dei Carafa può considerarsi una
porta urbana posta sul lato orientale del centro abitato di Bruzzano.
Non aveva una funzione difensiva, bensì di celebrazione e memoria in
onore di qualche evento o di qualcuno. È interamente costruito in muratura di mattoni legati da malta a base di calce idraulica e rivestito da un intonaco lisciato, in cui sono stati ricavati gran parte dei fregi baroccheggianti e dei bassorilievi che adornano il monumento. Le lesene, le false colonne con relativi capitelli e tutte le maggiori sporgenze e trabeazioni, sono ricavate con gli stessi mattoni che compongono la struttura. L'intonaco è impreziosito da affreschi raffiguranti scene floreali e stemmi con cornici in uno stile barocco secentesco. Castello di Bruzzano Zeffirio Il Castello, ormai allo stato di rudere, è stato edificato tra il finire del X e gli inizi del XI secolo. Fu danneggiato dal sisma del 1783 e ridotto a rudere dai sismi del 1905 e 1908. Numerosi rimaneggiamenti, aggiunte e stratificazioni sono stati effettuati nei periodi storici che si succedettero dal Medioevo fino ai primi dell'Ottocento. Presenta una tipologia architettonica tipica
del territorio e dei periodi storici in cui le varie parti furono
costruite.
Le strutture difensive militari presentano una tipologia a pianta quadrangolare con torri quadrate e
"sala d'armi". All'interno del Castello, una piazza scoperta con
relative cisterne scavate nella roccia per la raccolta delle acque;
prigioni, anch'esse scavate nella roccia; mentre all'esterno dei muri
perimetrali, si vedono ancora i resti dei contrafforti di recinzione
della rocca. Oltre alle strutture in muratura, tale fortificazione
presenta degli ambienti funzionali trogloditici e, delle strutture,
anch'esse scavate nella roccia. MOTTICELLA Il nome ci porta alla dominazione normanna, in quanto la motta, era la tipica fortezza dei normanni, originari della Danimarca, che la ricavavano con l'accumulo di terra, a forma conica, anche in pianura. Motticella significa piccola fortezza ed il luogo della fortificazione viene anche indicato dove sorge la casa Talia, oggi in rovina chiamata castello. Analizzando il nome del nucleo più antico del paese, Zimbariù, notiamo che l'origine del villaggio è molto più antico in quanto può derivare da Simeri, come forse si chiamava la fiumara di Bruzzano nel periodo ellenico.Tracce di un villaggio greco si ritrovano ad Arsenti, nel comune di Staiti, e a S. Domenica nel comune di Ferruzzano, siti vicini a Motticella,dove sono evidenti ancora i ruderi del monastero di S. Fantino, i cui monaci avevano ricavato da una roccia, una vasca dove gocciolava e gocciola tutt'oggi, un'acqua idro-sulfurea,usata per motivi curativi fino agli inizi degli anni 50 del XX sec. Chiesa SS. Salvatore Costruita del XVI secolo fu elevata a parrocchia nel 1798. Danneggiata dal terremoto del 1908 fu successivamente restaurata. Prima che venissero istituiti i cimiteri, vi seppellivano i morti in delle fosse comuni successivamente riempiti con i detriti ricavati dal restauro del 1951. All'interno c'è la statua lignea del SS. Salvatore, scolpita a tutto tondo e a figura intera, opera bottega napoletana del periodo neoclassico. Bagni di S. Phantino - avanzi di antichi bagni, alimentati da sorgente solforica clorurato calcica a 15°. Si ha memoria di un Convento di S. Fantino o S. Pantano sorto nella località, i cui frati avevano costruito delle vasche per utilizzare l'acqua a scopo balneare, si dice che i fanghi di queste acque curassero le ferite. Sino al 1960 le acque sono state utilizzate in uno stabilimento. Chiesa Basiliana di Contrada Annunziata - Si trova a circa un km dal paese, nella stradina che collega Motticella a Bruzzano Vecchio. Quest'opera dei Monaci Basiliani, è dell'epoca bizantina che risale al XI secolo. Santuario Madonna della Catena Dell'origine di questo Santuario non si hanno notizie storiche certe. La tradizione racconta che alcuni marinai di Bruzzano, insieme con altri di Ferruzzano, trovarono - sulla spiaggia del Promontorio Capo Bruzzano - una cassa con dentro una bellissima statua in alabastro raffigurante la Madonna - a figura intera e a tutto tondo - con in braccio il Bambino, e un moretto incatenato ai suoi piedi: da qui il titolo di Madonna della Catena. Aggiogate due coppie di buoi selvatici ad un carro, vi caricarono la statua che, seguita dalla popolazione in preghiera, fu avviata verso il paese.
Al confine tra Bruzzano e Ferruzzano, i buoi si fermarono e non vollero
proseguire oltre. Si dedusse perciò che la Madonna voleva che il suo tempio
sorgesse al confine tra i due paesi e si costruì la chiesetta. I Bruzzaniti,
però, non contenti della chiesetta e della bella statua, ne fecero una copia da
esporre nella loro Chiesa Arcipretale.
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