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Secondo la tradizione popolare l'aggiunta al toponimo di Gerace deriva dal nome di una nobile famiglia greca, Hierakì, che giunta in Italia, nella scelta della luogo in cui stanziarsi, si fece guidare da un uccello sacro, appunto lo hjerax. Storicamente le origini del paese sono legate alla comunità basiliana di San Giovanni Battista che sorse intorno al XI secolo, nei pressi dell'attuale chiesa omonima. In periodo magno-greco l'area in cui sorge San Giovanni di Gerace, era compresa nella Repubblica di Locri. Come casale di Grotteria ne seguì le vicende feudali. Fu sotto la dominazione della famiglia Correale dal 1458 al 1501, anno in cui subentrarono i Carafa che vi rimasero fino al 1558. Seguirono i Loffredo (1558-1573), i d'Aragona de Ayerbe (1573-1613). Gli ultimi feudatari di San Giovanni di Gerace furono i Carafa, che governarono fino al 1806. L'ordinamento amministrativo del 1799 lo riconosceva Comune incluso nel Cantone di Roccella. Con la legge francese del 19 gennaio 1807, diveniva Luogo, cioè Università, nel Governo di Grotteria. Dopo la riconquista borbonica del Regno di Napoli, in seguito alla legge del 12 dicembre 1816 emanata da Ferdinando I, San Giovanni entrava a far parte del governo di Gerace. La denominazione specificativa "di Gerace" attribuita al Comune di San Giovanni è dovuta al fatto che Gerace è sempre stata, nel corso dei secoli, il capoluogo del circondario di zona, al quale tutti i paesi circostanti facevano capo, sia dal punto di vista burocratico che dal punto di vista ecclesiastico, essendo Gerace sede della Cattedra Vescovile. Per denotare tale appartenenza territoriale (soprattutto in riferimento alla giurisdizione ecclesiastica) il paese di San Giovanni è stato da sempre identificato come "San Giovanni nella Diocesi di Gerace", fino ad ottenere, nell'Ottocento, la denominazione definitiva di "San Giovanni di Gerace". Dalla piazza del Municipio partono una serie di viottoli lastricati che attraversano l'intero borgo medievale. Interessante è il centro storico con alcuni Palazzi Signorili con portali settecenteschi, opera di maestranze serresi (Barillaro, Lucà). Meritano una visita il Santuario di Maria SS. Delle Grazie, la Chiesa Matrice, dell'Assunta e quella di San Giovanni Battista (Patrono della città). Fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1783 che distrusse completamente le chiese dell'Assunta, di San Nicola e di San Pietro Apostolo. Crollarono le fondamenta dell'edificio sacro dedicato alla Madonna delle Grazie, ma la statua della Vergine rimase miracolosamente illesa. L'imponenza del santuario è espressione della religiosità dei sangiovannesi che hanno duramente lottato per mantenere il controllo dell'edificio sacro. Chiesa della Assunta (Matrice)
Fu elevata a
parrocchiale verso il 1613, non si conosce l'anno di fondazione. Santuario di Maria Santissima delle Grazie
È uno dei centri mariani più importanti della Locride e accoglie
ogni anno centinaia di pellegrini da tutte le zone della regione.
Il tempio, ad una navata sovrastata da una maestosa volta, fu
decorato dal valente artista Francesco Gangemi con pregevoli
stucchi. Sopra l’altare maggiore, marmoreo, una splendida nicchia
costruita alla fine degli anni ‘40 da Raffaele Pata, discepolo del
Gangemi, accoglie la statua della Madonna. Chiesa di San Giovanni Battista Sorge nelle adiacenze della «Corte», dei Baroni di Grotteria. Non si
conosce l'anno di fondazione, ma deve essere molto antica, essendo
sorto, intorno ad essa il primo nucleo del centro abitato
Sangiovannese. È ad una navata, armonica nelle sue strutture; nella parte absidale
è decorata con pregevoli stucchi. Da visitare, inoltre ci sono: Ex Palazzo Barillaro - costruzione ottocentesca in stile romanico in via Oberdan. Fontanella dell'arco - sorta nel 1848 alimentata da una sorgiva che scaturisce dalle fondamenta dal Santuario di Maria SS. della Grazie, era situata all'imbocco della strada della montagna (oggi via Oberdan) su un muro di sostegno, successivamente venne trasferita ai piedi della gradinata del Santuario. Oggi accanto alla fontanella, è stata portata alla luce una grotta dove è stata posta la statua della Vergine Maria; Fontana di Santa Lucia - con attiguo abbeveratoio, eretta nel 1887 all'entrata del paese, alimentata da una sorgente proveniente dal fondo "Torre"; Tre fontane - erette nel 1907, alimentate da una sorgiva del fondo "villa"; Il Percorso Naturalistico della Scialata (o del Torrente Levadio) è un sentiero escursionistico montano che, costeggiando a ritroso il tracciato del Torrente Levadio, conduce gli escursionisti fino alla sorgente di acqua oligominerale di Cannavarè, nei pressi dell’area pic-nic denominata "Scialata". Si tratta di uno dei percorsi naturali più suggestivi tra quelli esistenti nella provincia di Reggio Calabria. Il sentiero naturalistico può essere percorso per intero oppure solo nella sua parte finale, nella quale sono situate le cascate ed i tratti più interessanti. Numerose sono le meraviglie che la natura ci propone nell’ambito di questo percorso montano: si costeggia un torrente aspro, che snoda il suo tracciato tra gigantesche rocce granitiche e boschi secolari fittissimi, in una natura incontaminata ricca di flora, così bella da lasciare senza fiato... Le bellissime cascate offrono agli amanti dell’avventura l’opportunità di trovare un piacevole refrigerio nelle fresche acque della fiumara... Alberi secolari e cielo azzurro fanno da sfondo a quella che si può ben definire un’esperienza unica.
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